mercoledì 29 febbraio 2012

Un altro bluff evoluzionistico…Smascherato il super

Un altro bluff evoluzionistico…
False prove sulle origini dell'uomo. Smascherato il super
antropologo
Scoprì il legame con Neanderthal. L'Università di Francoforte
sospende Reiner Protsch: per trent'anni ha manipolato i dati…
BERLINO - Contrordine, forse non discendiamo dall'uomo di
Neanderthal. O quantomeno, non esiste più la prova decisiva
dell'assunto, il mitico anello mancante che sembrava collegare le
origini della nostra specie a quelle dei villosi preistorici. Non
datava a 36 mila anni fa, non apparteneva quindi al tedesco più
antico del mondo, il cranio trovato in una torbiera non lontano da
Amburgo. Più normalmente, giusta l'analisi della datazione al
carbonio, eseguita dall'Università di Oxford, aveva «solo» 7.500
anni: un bambino, rispetto all'ipotesi originale e fin qui
considerata vera.
Così è caduta la stella del professor Reiner Protsch von Zieten, 66
anni, antropologo emerito e celebrità mondiale della disciplina. Non
uno scienziato, ma un magliaro. Un bugiardone disonesto, che per più
di tre decenni ha raccontato una montagna di balle, gabbando la
comunità degli studiosi e spacciando per buone un'incredibile serie
di patacche, che hanno influenzato e portato a conclusioni fallaci
le teorie sull'evoluzione umana.
Venerdì scorso, facendo seguito ai primi risultati dell'indagine di
un gruppo di esperti, iniziata nell'agosto 2004, l'Università di
Francoforte ha sospeso l'accademico da ogni attività. «Siamo giunti
alla conclusione - recita il rapporto della commissione d'inchiesta -
che il professor Protsch abbia ripetutamente manipolato e
falsificato fatti scientifici nel corso degli ultimi trent'anni».
Le conseguenze per la disciplina sono devastanti. «L'antropologia -
ha detto ieri l'archeologo Thomas Terberger, l'uomo che per primo,
già nel 2001, espresse dubbi sul lavoro di Protsch - dovrà rivedere
completamente la sua immagine dell'uomo moderno, nel periodo
compreso fra 40 mila e 10 mila anni fa». L'antropologo tedesco aveva
in apparenza provato, con i suoi ritrovamenti, che umani moderni ed
esseri di Neanderthal avevano vissuto nella stessa era e che, forse,
avevano anche generato figli insieme: «Ora è chiaro che si tratta
solo di spazzatura», ha spiegato Terberger.
Oltre alla falsa datazione del teschio dell'uomo di Hahnhoefersand,
così ribattezzato dal luogo del ritrovamento, la commissione ha
smascherato altre truffe di Protsch. Come la «sensazionale» scoperta
della donna di Binshof-Speyer, che l'antropologo sosteneva essere
vissuta oltre 21 mila anni fa e invece risaliva appena a 1300 anni
prima della nascita di cristo. In un altro caso, quello di resti
umani ritrovati a Paderborn, Protsch l'aveva sparata ancora più
grossa, datando i frammenti ossei a più di 27 mila anni avanti
Cristo, quando invece il proprietario era quasi un nostro
contemporaneo, relativamente s'intende, essendo morto nel 1750. Gli
esperti hanno accertato anche bugie, per così dire minori, come
l'aver localizzato il ritrovamento di alcuni fossili in Svizzera,
invece che in Francia.
Ma la disonestà di Protsch non sarebbe solo intellettuale. Grande
amante di orologi d'oro, automobili Porsche e sigari cubani, il
nostro è infatti indagato per frode dalla Procura di Francoforte,
che lo sospetta di aver tentato di vendere per 70 mila dollari, a un
trafficante americano, l'intera collezione di teschi di scimmie,
oltre 270 esemplari, del Dipartimento d'antropologia. «Per
l'università è molto imbarazzante, avremmo dovuto scoprire le sue
falsificazioni molto tempo prima», ha detto il professor Ulrich
Brandt, che ha guidato la commissione scientifica d'inchiesta.
Brandt ha invocato come giustificazione la quasi impossibilità, nel
sistema tedesco, di licenziare un funzionario pubblico e,
soprattutto, la diabolica abilità di Protsch a evitare sempre di
essere messo nell'angolo: «Era perfetto nel dare risposte evasive».
La vicenda ha anche un risvolto oscuro, legato alle radici familiari
di Protsch, il quale, una fra le tante leggende messe in giro sul
proprio conto, ha sempre detto di discendere da un generale degli
Ussari. In realtà, come ha rivelato Der Spiegel , è figlio di un ex
deputato nazista. Un filone dell'inchiesta interna, ancora in corso,
riguarda infatti la distruzione, probabilmente eseguita su ordine di
Protsch, di centinaia di documenti dell'archivio del Dipartimento
d'antropologia francofortese, relativi agli esperimenti scientifici
su cavie umane compiuti dai nazional-socialisti.
Il magliaro al momento non parla. L'ultima sua esternazione
conosciuta risale al 14 gennaio scorso, quando avrebbe dichiarato al
Frankfurter Neue Presse : «Questo è un Tribunale dell'Inquisizione,
contro di me non hanno alcuna prova concreta». C'era da
scommetterci.
di Paolo Valentino, Corriere della Sera

Nessun commento:

Posta un commento